- Le 5 forme identificate di epatite virale colpiscono circa 400 milioni di persone in tutto il mondo
- Ogni anno si registrano oltre 600.000 di decessi a seguito di patologie associate all’epatite B cronica; mentre per l’epatite C questa cifra si attesta sui 350.000
- L’epatite A è una delle infezioni a trasmissione alimentare più comuni e può causare gravi focolai. Nei Paesi in via di sviluppo, il 90% dei bambini viene infettato entro i 10 anni di età
- La maggior parte delle persone con epatite cronica non sa di averla
Fonti: WHO fact sheets on Hepatitis B (No 204), C (No 164), & A (No 328), July 2013
Definizione
L’epatite è un’infiammazione a carico del fegato. L’infezione acuta di alcuni tipi di epatite può diventare cronica, causando malattie epatiche tra cui cirrosi e cancro. Può svilupparsi in seguito ad alcolismo o all’assunzione di farmaci, ma è più comunemente causata da un’infezione virale. Sono stati identificati cinque diversi virus dell’epatite: A, B, C, D ed E. Nel complesso colpiscono circa 400 milioni di persone in tutto il mondo. I tipi più comuni sono l’epatite A, B e C.
Le epatiti B e C possono cronicizzare, sono particolarmente diffuse e sono le principali cause di tumore epatico, cirrosi epatica e mortalità1,2,3. La cirrosi in seguito a epatite è uno dei principali motivi per cui si ricorre al trapianto di fegato2.
Le modalità di trasmissione variano a seconda del tipo di epatite virale (vedi tabella). Sono disponibili vaccini anti-HAV (virus dell’epatite A) e anti-HBV (virus dell’epatite B); per il resto, l’igiene e l’educazione contribuiscono alla prevenzione. Durante la fase acuta, l’epatite può causare sintomi “simil-influenzali” (ad es. nausea, vomito), ittero, feci bianche e urina scura. L’epatite virale ha una natura per lo più asintomatica, tanto che la maggior parte delle persone non sa di esserne affetta. Si spiega il motivo per cui l’epatite virale è considerata un’“epidemia silente”.
Modalità di trasmissione potenziale dell’epatite virale
Modalità |
HAV |
HBV |
HCV |
HDV |
HEV |
Contaminazione di acqua e alimenti | più comune | no | no | l’infezione da HDV è collegata all’infezione da HBV. | più comune |
Parentele; strumentazione contaminata negli ambienti sanitari; condivisione di aghi tra tossicodipendenti | no | sì | sì | rara | |
Rapporti sessuali con una persona infetta | rara | sì | sì | rara | |
Trasmissione da madre a figlio | rara | sì | sì | rara |
Diagnosi
Può essere difficile diagnosticare l’epatite in quanto questa infiammazione può essere asintomatica o presentare sintomi aspecifici.
- Sintomi aspecifici o assenti (90% dei casi):
- dolore nell’ipocondrio destro – febbre
- nausea e vomito – artralgia
- orticaria
- Sintomi specifici (≤10% dei casi)4:
- ittero
- Forma grave: epatite fulminante
- segni clinici: encefalopatia epatica
- segni biologici: livelli della protrombina (<50%); livelli delle transaminasi non correlati alla gravità dell’epatite fulminante
Quando vi è il sospetto di epatite, l'anamnesi del paziente può spesso aiutare i medici ad indirizzare la diagnosi1,2. Tra le persone a maggior rischio:
- I soggetti affetti da HIV sono a maggior rischio di contrarre l’epatite B e C. Si stima che ¼ delle persone affette da HIV negli Stati Uniti abbia anche l’epatite C2
- Omosessualità2
- Tossicodipendenti (droghe per via endovenosa)2
- Persone in strutture sanitarie e carceri2
- Operatori sanitari2
- La maggior parte degli abitanti dei Paesi con risorse limitate contrarrà l’epatite A durante l’infanzia1,2
- Gli asiatici e coloro che abitano nelle isole del Pacifico sono esposti a un rischio maggiore di contrarre l’epatite B2
Siccome i diversi tipi di epatite causano sintomi simili durante la fase acuta, i test sierologici sono importanti per stabilire il tipo di virus e il momento in cui è stato contratto. Una volta ottenuti i risultati sierologici (e dopo aver eseguito una biopsia del fegato per valutare la gravità), è possibile attuare appropriate misure di trattamento e gestione della malattia.
Epatite virale: guida rapida sui marcatori sierologici
Situazione |
Epatite |
Marcatori sierologici |
Epatite acuta |
A
B
C
D
E
|
IgM anti-HAV |
Epatite cronica | B C |
HBsAg / anti-HBc, poi HBeAg / anti-HBe |
Screening HBV prenatale | B |
HBsAg: se HBsAg + : • Madre: controllata per HBeAg / anti-HBe e • Neonato: anti-HBs quantitativo dopo vaccinazione |
Gruppi a rischio | B C |
Anti-HBc |
Vaccinazione anti-HBV | B |
Pre-vaccinazione: anti-HBs quantitativo totale • se - → vaccinazione • se + → HBsAg quantitativo / anti-HBc totale Post-vaccinazione: anti-HBs quantitativo totale |
Vaccinazione anti-HAV | A |
Paziente >30 anni: anti-HAV totale • se - → vaccinazione |
Prevenzione/trattamento
Prevenzione
L’incidenza dell’epatite virale non è distribuita in maniera uniforme nel mondo, fatto principalmente dovuto alla mancanza di accesso a misure preventive tra le popolazioni e nei Paesi con scarse risorse. Per questo motivo, la politica globale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la prevenzione e il controllo dell’epatite virale si propone di adattare le risposte allo specifico contesto nazionale o regionale3. In genere, queste misure sono in linea con le principali strategie sanitarie adottate a livello globale. Per quanto concerne l’epatite, le strategie di prevenzione più importanti sono l’accesso universale alla vaccinazione infantile contro l’epatite B, il miglioramento dell’igiene e delle pratiche all’interno e all’esterno dell’ambiente sanitario e lo screening.
Vaccinazione: sono disponibili vaccini efficaci contro l’epatite A e B2,3. Il vaccino anti-HBV protegge inoltre contro l’epatite delta, dal momento che l’HDV colpisce soltanto le popolazioni già infettate dall’HBV.
- La vaccinazione universale nell’infanzia sta mostrando ottimi risultati nel contenimento del numero di infezioni da HBV.
- La vaccinazione contribuisce a ridurre le trasmissioni da madre a figlio (principale modalità di trasmissione per l’HBV)
- Anche i programmi di sensibilizzazione e vaccinazione contribuiscono a ridurre la diffusione dell’epatite tra gli adulti, in particolare nei gruppi a rischio. In alcuni Paesi, la vaccinazione è obbligatoria per alcuni gruppi a rischio
Igiene: una corretta igiene è un importante metodo di prevenzione per tutti i tipi di epatite virale. Ecco alcuni esempi:
- Acqua potabile pulita e manipolazione igienica degli alimenti
- Lavarsi bene le mani
- Rapporti sessuali più sicuri
- Tossicodipendenti (droghe per via endovenosa): nessuna condivisione di aghi e siringhe e programmi di distribuzione di aghi e siringhe
- Ambienti sanitari: misure essenziali per il controllo delle infezioni, tecniche asettiche, nessun riutilizzo di aghi e siringhe, iniezioni eseguite in condizioni di sicurezza
Screening: lo screening degli individui appartenenti alle popolazioni a rischio e dei prodotti ematici contribuisce alla riduzione della diffusione dell’epatite2,3.
Trattamento
Il trattamento per i diversi tipi di epatite varia enormemente, così come accade per il trattamento della malattia acuta e di quella cronica.
Epatite A
Solitamente la risoluzione è spontanea. Il trattamento dei sintomi prevede, tra l’altro, riposo ed eliminazione dell’alcool.
Epatite B
Di solito l’infezione acuta da HBV non è trattata negli adulti immunocompetenti in quanto dovrebbe risolversi spontaneamente.
Attuali trattamenti per l’infezione cronica da HBV5:
- Interferone alfa pegilato (Peg-IFN)
- Analoghi nucleotidici:
- Prima linea: entecavir (ETV), tenofovir (TDF)
- Seconda linea: adefovir, telbivudina, lamivudina
- Per la cirrosi scompensata può essere preso in considerazione il trapianto di fegato
- Si raccomanda il monitoraggio terapeutico durante, al termine del trattamento e a una certa distanza dalla conclusione del trattamento
Epatite C
Nessun trattamento specifico per l’infezione acuta da HCV.
Trattamento di riferimento per l’infezione cronica da HCV6:
- Genotipo 1 (60% dei pazienti) interferone alfa pegilato + ribavirina + agente antiretrovirale ad azione diretta (boceprevir o telaprevir)
- Altri genotipi: Peg-IFN + ribavirina
- Durata del trattamento: 48 settimane per il genotipo 1, 24 settimane per gli altri genotipi
- Criterio intermedio per stabilire l’efficacia terapeutica: risposta virale sostenuta
- La durata e l’efficacia della terapia dipendono dal genotipo
- Il monitoraggio del trattamento deve avvenire:
- A T0 prima dell’inizio della terapia
- Con regolarità dopo diverse settimane di terapia, in genere alle settimane 4, 12, 24, 36, 48, ecc.
- A seconda del genotipo, dei farmaci, della risposta virale
- Nuovi trattamenti a terapia tripla, disponibili dal 20147:
- Peg-IFN + RBV + sofosbuvir o simeprevir
- Regimi senza Peg-IFN disponibili dal 20147:
Epatite D
Nessun trattamento specifico per l’infezione acuta da HDV. Vedi prevenzione e trattamento del suo virus helper, HBV.
Epatite E
In generale, non esiste un trattamento specifico per l’infezione acuta da HEV, anche se il trattamento con ribavirina può rivelarsi efficace. Per i pazienti immunocompromessi è possibile ridurre il trattamento immunosoppressivo. Altrimenti, il trattamento è di solito mirato ad alleviare i segni e i sintomi.
Linee guida
- WHO: Global policy report on the prevention and control of viral hepatitis in WHO member states. 2013.
- WHO: Guidance on prevention of viral hepatitis B and C among people who inject drugs. 2012.
- CDC: Recommendations for Routine Testing and Vaccination for Chronic Hepatitis B virus Infection. 2008.
- CDC: Recommended Testing Sequence for Identifying Current Hepatitis C Virus (HCV) Infection. 2013
- American Association for the Study of Liver Disease/Infectious Diseases Society of America. Recommendations for Testing, Managing, and Treating Hepatitis. 14.02.2014
- World Gastroenterology Organisation Practice Guideline for Hepatitis B. 2008.
- European Association for the Study of the Liver. EASL Clinical Practice Guidelines: Management of chronic hepatitis B virus infection. 2012.
- European Association for the Study of the Liver. EASL Clinical Practice Guidelines: Management of hepatitis C virus infection. 2013.
- Health Protection Agency (UK). Guidance for the Prevention and Control of Hepatitis A Infection. 2009.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
1) WHO fact sheets: Hepatitis A (No 328), B (No204), and C (No 164), July 2013
2) CDC website: http://www.cdc.gov/hepatitis/
3) WHO: Global policy report on the prevention and control of viral hepatitis in WHO member states. July 2013.
4) Lefrère JJ, Lunel F, Marcellin P, Pawlotsky JM, Zarski JP. Guide pratique des hépatites virales. MMI Ed, Paris, 1998.
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