Microrganismi

Batteriofagi

I batteriofagi sono alcune delle forme di vita presenti in maggiore quantità sulla terra e sono programmati esclusivamente per infettare e identificare i batteri ospiti. Da oltre un miliardo di anni, i fagi si evolvono insieme ai batteri e sono in grado di sopravvivere negli ambienti più estremi, tra cui il suolo, deiezioni animali e tratti intestinali. Gli studi dimostrano che i fagi, quando sono impiegati nei sistemi di test microbiologici, offrono una serie di vantaggi rispetto agli anticorpi, quali superiore come una specificità superiore e maggiore capacità legante. Le loro proteine forniscono inoltre elevate prestazioni in molte diverse applicazioni, anche con le matrici alimentari più difficili e complesse.

 

Campylobacter

Da quando molti Paesi hanno predisposto sistemi di monitoraggio, il numero delle infezioni enteriche causate dal genere Campylobacter – e in particolare da Campylobacter jejuni (un batterio termotollerante) – è cresciuto rapidamente. Le complicanze correlate a queste infezioni – batteriemia, infezioni secondarie e sindrome di Guillain-Barré (complicanza neurologica) – sono, ad oggi, ben documentate e possono essere particolarmente gravi. Campylobacter è la terza causa di morte per infezioni a trasmissione alimentare dopo Salmonella e Listeria. Si trova principalmente negli animali a sangue caldo, in particolare nel pollame. Di solito la trasmissione all’uomo avviene attraverso il consumo di alimenti contaminati non cotti a sufficienza (pollame, carne di pecora, maiale) e l’esposizione ad acqua e ambienti contaminati negli stabilimenti alimentari e nelle strutture di allevamento (soprattutto aziende avicole). La frequente presenza e l’alto livello di Campylobacter in tali campioni, l’assenza di normative nella maggior parte dei Paesi e le complesse analisi necessarie sono tutti fattori che hanno finora ostacolato lo screening di routine.

 

Clostridium difficile

Negli ultimi 10 anni, l’incidenza e la gravità delle infezioni da Clostridium difficile sono aumentate in maniera significativa, in quanto un ceppo di questo batterio originario del Nord America ha acquisito una nuova virulenza. Ogni anno negli Stati Uniti, C. difficile causa circa 250.000 ricoveri e almeno 14.000 decessi. Con la sua capacità di produrre maggiori quantità di tossine A e B, questo nuovo ceppo è più resistente al gruppo di antibiotici conosciuti con il nome di fluorochinoloni e si è oggi diffuso anche nei Paesi europei.

Per maggiori informazioni, consulta il nostro sito internet dedicato BE S.M.A.R.T WITH RESISTANCE

 

Enterobacteriaceae

Aumentando l’enfasi sull’approccio della qualità totale nella produzione alimentare, i piani di HACCP e le procedure di valutazione del rischio valorizzano il ruolo degli indicatori di qualità, come conta totale, coliformi, Escherichia coli ed Enterobacteriaceae, nel monitoraggio della qualità igienica e commerciale degli alimenti.

La conta delle Enterobacteriaceae è un parametro igienico fondamentale nelle recenti normative europee sui criteri microbiologici applicabili ai prodotti alimentari (Regolamento CE 2073/2005). La famiglia delle Enterobacteriaceae comprende importanti microrganismi che deteriorano gli alimenti e alcuni patogeni intestinali, quali Salmonella spp., Shigella spp

 

 

Escherichia coli O157

La gravità dell’infezione indotta da Escherichia coli O157:H7, in genere causata dal consumo di carne o latte contaminati, è oggi comprovata. Spesso le precauzioni standard nell’ambito dell’igiene e della conservazione degli alimenti non sono sufficienti a limitare la presenza di questo microrganismo. I test per il rilevamento di questo patogeno sono oggi più importanti che mai.

 

Enterobacter sakazakii (Cronobacter)

Si tratta di un patogeno neonatale associato al latte in polvere. L’organismo è stato isolato da diversi prodotti alimentari, nonché da fonti ambientali, come acqua e suolo (Fanning e Forsythe, 2007). È stato individuato negli alimenti, compresi il latte in polvere, il cioccolato, i cereali, le spezie e la pasta. Enterobacter sakazakii è anche un contaminante occasionale degli alimenti disidratati. Nei neonati può causare una forma rara, ma potenzialmente fatale, di meningite neonatale (mortalità del 10-55%), batteriemia, enterocolite necrotizzante (NEC) (mortalità del 40-80%) e meningoencefalite necrotizzante (Bowen e Braden, 2006). Enterobacter sakazakii appartiene alla famiglia delle Enterobacteriaceae e nel 1980 è stato riconosciuto come una nuova specie batterica da Farmer et al. Recentemente, è stata chiarita la tassonomia di E. sakazakii ed è stata proposta la sua riclassificazione in un nuovo genere, Cronobacter, che comprende 6 specie (presentata per la pubblicazione in IJSEM*). * International Journal of Systematic and Evolutionary Microbiology

 

Legionella

Legionella è un batterio patogeno responsabile della malattia del legionario, conosciuta anche come legionellosi, una forma grave di polmonite che può essere fatale se non diagnosticata e trattata per tempo. Si contrae l’infezione attraverso l’inalazione di aerosol contaminati dal batterio, come nel caso di torri di raffreddamento, centri termali e docce. Le popolazioni a rischio sono fondamentalmente uomini adulti con fattori di rischio associati, come immunodeficienza, fumo, alcolismo o diabete. Nel 2005, sono stati segnalati in Francia oltre 1.500 casi di legionellosi e circa 5.700 in Europa. Secondo i CDC (Centers for Disease Control and Prevention), negli Stati Uniti si verificano ogni anno tra gli 8.000 e i 18.000 casi di legionellosi.

 

Listeria

I batteri appartenenti al genere Listeria sono presenti ovunque, ma solo una specie è patogena. Sono stati isolati da diversi prodotti alimentari, tra cui latticini, carne, verdura e frutti di mare, nonché da campioni prelevati nell'ambiente, in particolare, da stabilimenti per la lavorazione degli alimenti. Listeria monocytogenes è l’unica specie patogena per l’essere umano. La listeriosi può causare nell’uomo patologie quali meningite, setticemia, encefalite e aborto. Tra i gruppi a rischio vi sono le donne incinte, i neonati, i pazienti immunocompromessi e gli anziani. Listeria monocytogenes è molto diffusa nell’ambiente e rappresenta un potenziale rischio quando si consumano alimenti crudi, parzialmente trasformati e anche alcuni alimenti fermentati.

 

Staphylococcus aureus meticillino-resistente (MRSA)

In questo decennio, è stato registrato un continuo aumento dell’incidenza di MRSA in Europa e negli Stati Uniti. Negli Stati Uniti, gli attuali tassi di incidenza di MRSA superano il 50% di tutte le infezioni da Staphylococcus aureus, mentre in alcuni Paesi asiatici raggiungono quasi il 90%. MRSA è oggi resistente a una serie di antibiotici, compresi meticillina e altri antibiotici più comuni come oxacillina, penicillina e amoxicillina. In alcuni Paesi, oltre il 60% dei casi di S. aureus nelle unità di terapia intensiva mostra una resistenza a questi antibiotici di prima linea.
 

Mycobacterium avium subspecie paratuberculosis

Mycobacterium avium subspecie paratuberculosis (MAP) è l’agente eziologico della malattia di Johne, un’enterite granulomatosa che può colpire i bovini, le pecore, le capre e altre specie selvatiche non ruminanti. Molti Paesi hanno avviato programmi per controllare questa importante malattia dell’apparato digerente, registrando però diversi livelli di successo. L’eterogeneità dei campioni fecali, gli scarsi eliminatori e l’inibizione della PCR rappresentano i principali problemi per l’individuazione diretta e affidabile degli animali affetti da paratubercolosiMycobacterium avium subspecie paratuberculosis (MAP) è l’agente eziologico della malattia di Johne, un’enterite granulomatosa che può colpire i bovini, le pecore, le capre e altre specie selvatiche non ruminanti. Molti Paesi hanno avviato programmi per controllare questa importante malattia dell’apparato digerente, registrando però diversi livelli di successo. L’eterogeneità dei campioni fecali, la bassa eliminazione e l’inibizione della PCR rappresentano i principali problemi per l’individuazione diretta e affidabile degli animali affetti da paratubercolosi.

Soluzioni per il rilevamento della Paratuberculosi

 

Salmonella

Salmonella è una delle principali cause di intossicazione alimentare nel mondo. I sintomi che si presentano in seguito all’infezione da Salmonella sono febbre, diarrea e crampi addominali. Questi batteri possono essere individuati nel tratto intestinale dell’essere umano e di altri animali, uccelli compresi. La trasmissione all’uomo è di solito causata dal consumo di alimenti contaminati da feci animali.
 

Shigella

Shigella, un batterio che causa malattie a trasmissione alimentare, è spesso rilevato nell’acqua inquinata da feci umane. I sintomi della shigellosi (dissenteria bacillare) comprendono dolore addominale, crampi, diarrea, febbre, vomito e sangue, pus o muco nelle feci.
 

Enterotossine stafilococciche

Le enterotossine stafilococciche rientrano tra le cause più comuni di intossicazione alimentare. Ne sono stati identificati sette diversi tipi sierologici. Queste proteine sono prodotte soprattutto da Staphylococcus aureus, sebbene sia stato riportato che le specie più recenti, S. intermedius e S. hyicus, sono enterotossigene. Anche se gli stafilococchi possono essere distrutti dal trattamento termico, le tossine sono termostabili e possono resistere a elevate temperature.
 

Staphylococcus aureus

Staphylococcus aureus è la causa più comune di intossicazione alimentare, caratterizzata da un esordio improvviso/violento, grave nausea, crampi, vomito e diarrea che durano 1-2 giorni. Questo patogeno opportunista può essere riscontrato nell’essere umano (cute, tagli infetti, mucose di naso e gola) ed è stato associato a un’ampia varietà di alimenti, tra cui carne e prodotti a base di carne, pollame e prodotti a base di uova, insalate, prodotti da forno, latte e latticini.
 

Enterococchi resistenti alla vancomicina (VRE)

In alcuni Paesi (soprattutto negli Stati Uniti), gli enterococchi sono diventati resistenti alla vancomicina, un antibiotico spesso usato per il trattamento delle infezioni enterococciche. Secondo i dati dei CDC relativi al 2004, negli Stati Uniti i VRE erano la causa di circa 1 infezione su 3 nelle unità di terapia intensiva.
 

Yersinia enterocolitica

Y. enterocolitica è una causa relativamente poco frequente di diarrea e dolore addominale. Nella maggior parte dei casi l’essere umano contrae l’infezione mangiando alimenti contaminati, in particolare carni di maiale crude o non abbastanza cotte, nonché gelato e latte. I sintomi comuni sono febbre, dolore addominale e diarrea, spesso accompagnata da sangue
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